Gesù non è mai esistito – idea
folle?
In
una cultura basata sul Cristianesimo, negare l’esistenza di Gesù potrebbe
forse sembrare una cosa assurda e forse anche sciocca. In fondo,
si dice, tra gli studiosi “maggiormente accreditati” si
accetta l’esistenza storica di Gesù, nonostante il
mancato accordo su chi fosse, su quando sarebbe vissuto e su che
cosa avrebbe fatto e detto.
Fatti e fantasie
Oggi,
gli studiosi del Nuovo Testamento si barcamenano tra due
mondi, uno in cui figura il Gesù teologico ("figlio
divino di Dio") - un Gesù evidentemente ritenuto
oggetto della fede; e l’altro mondo, quello del “Gesù storico”.
Con
le indagini dettagliate e spesso meticolose sulla storia,
la cultura e la politica della Palestina nel periodo del
secondo tempio di Gerusalemme, si è riuscito a creare uno sfondo
storicamente credibile. Ed è in questo ambito che si inserisce
l’effimera presenza della presunta figura di "Gesù”.
E’ lo stesso contesto storico a dare una vita effimera
a questo “salvatore immaginario” con la propria “vita”, “morte” e “risurrezione”:
in tal modo, si proietta sulla scena storica una “falsa
ombra”.
"Siamo
certi dell’esistenza di Gerusalemme, di Erode, dei
farisei e dei Romani, perché non Gesù?" Ecco
lo stile di presentazione nel documentario di Discovery
Channel:
"Ecco i sandali che avrebbe portato Gesù. Ecco il tipo
di albero sotto il quale si sarebbe riposato”. I
vantaggi dell’alternativa facile
Gli
storici di professioni non hanno alcun interesse particolare
nel problema di Gesù, ma sono ben consapevoli che si tratta di un
argomento controverso. Uno studioso che afferma di ritenere
che il personaggio storico Gesù non sia mai esistito
dovrà probabilmente sopportare violenti critiche ed
anche l’irrisione, e avrà poco da guadagnare dalle
proprie fatiche.
Pertanto,
la maggior parte degli studiosi, nati e cresciuti nell’ambito
della cultura cristiana, si accontentano o di presumere che
Gesù sia
veramente vissuto (in ossequio alle opinioni degli studiosi della
Bibbia, il più delle volte uomini di fede); oppure, data
la mancanza di indizi su moltissimi grandi personaggi storici,
esprimono la loro incertezza adoperando l’avverbio "probabilmente".
E’ più prudente affermare la “probabile” esistenza
dell’uomo dietro la leggenda, anche quando hanno dimostrato
che gli spessi strati di racconti mitologici ci impediscono
di sapere qualcosa di certo sul personaggio.
Nel
quadro di questa presa di posizione “prudente” ed
imbelle, si afferma “l’incertezza” su un falegname
vissuto in villaggio di una lontana provincia in epoca antica
(asserendo che "l’assenza di indizi non costituisce
un indizio della non-esistenza di Gesù”): ma allo
stesso tempo questi scrittori fanno forti del proprio “distacco
accademico” rispetto alle “problematiche della fede” che
avevano fatto di quello sconosciuto santone una vera e propria
icona.
Uno
scenario sbagliato
E’ mai possibile la nascita di una religione
mondiale a partire da un individuo senza valore di cui nessuno
si sarebbe accorto mentre era vivo? E’ credibile affermare
che un rabbino nomade, che non aveva scritto nulla di proprio
pugno, vissuto in un mondo popolato da fachiri, profeti ed esorcisti,
avesse potuto esercitare un fascino tale da trasmettersi attraverso
i secoli?
In
realtà, il Gesù “minimalista” risulta
meno credibile del Gesù immaginario, visto che ci impone
di ricercare altrove le radici della nuova religione. E se
le radici si trovano altrove, a che serve quel personaggio
sconosciuto?
"E’ molto
improbabile che si potesse costruire le fede cristiana sulle
fondamenta del Gesù visto come come personaggio storico… essendo
questi poco più di un insegnante delle filosofia pratica".
– J.
Macquarrie (An Existential Theology, p. 23)
Se
vogliamo affermare che non sia implausibile la
tesi del nomade ribelle di scuola rabbinica chiamato Gesù,
sconosciuto nei documenti storici, si potrebbe ugualmente affermare
che non sarebbe implausibile l’esistenza di diverse persone
chiamate Gesù.
E
di costoro, quale bisognerebbe proclamare “figlio
unigenito di Dio” in base alla fede cristiana? Dire che
potrebbe essere stato uno qualsiasi di questi ipotetici Gesù sarebbe
come affermare che non era stato nessuno di loro.
Quindi,
o GC era una divinità che aveva
scelto di abbagliare le folle senza lasciare tracce, cercando
di influire non sul popolo ebraico ma su un manipolo di modesti
seguaci i cui successori si aggregarono presto in numerose fazioni
in lotta tra di loro; oppure GC non è che l’invenzione
di qualche mente umana, una entità inventata come testimoniano
numerose contraddizioni ed omissioni.
La
salvezza attraverso la ragione
Per
ironia della sorte, è ad opera dei vari teologi liberali e
non dei pensatori liberi, l’attacco alla grande invenzione
di Gesù, Figlio di Dio, Salvatore del Mondo.
La “sapienza tramandata” della
Chiesa veniva criticata per la prima volta durante la Riforma,
che aveva legittimato
la critica al sistema vaticano. Dopo le aperture iniziali, arrivarono
i dubbi su tutte le autorità religiose e la scrittura,
mentre il Protestantismo si disperdeva in mille rivoli diversi.
In ogni caso, dopo mille anni di ignoranza imposta dalla Chiesa,
gli “scolastici” erano riusciti a conservare ben
poche conoscenze vere. Trattandosi di ecclesiastici dotati di
vitalizio, tali studiosi adoperarono gli strumenti della logica
per difendere i dogmi del Cristianesimo, sia di tipo
cattolico che del tipo “puro” dei protestanti.
Arriviamo
dopo due secoli all’Epoca dei lumi in cui alcuni
teologi coraggiosi cominciarono a sottolineare gli evidenti errori e incongruenze dei vangeli. Perché, si chiedevano, il
Nuovo Testamento taceva sulla maggiore parte della vita di Gesù?
Perché Paolo non aveva scritto quasi nulla sulla vita
di Gesù?
Durante
le rivoluzioni in America e in Francia i liberi pensatori andarono
oltre, esprimendo dubbi sulla veridicità dell’intera
Bibbia, denunciando il Cristianesimo come falsa superstizione
e come strumento di oppressione. Nasceva quindi una nuova fede
minimalista, il "deismo", in cui il dio creatore non
interveniva affatto nelle vicende umane.
Critiche
avanzate
Nel secolo
successivo, una minoranza radicale, in particolare gli studiosi
della Scuola di Tübingen nella Germania intorno
alla metà dell’Ottocento,
e Radicali olandesi tra la fine dell’Ottocento e l’inzio
del Novecento, continuarono ad affermare che il Signore e Salvatore
cristiano non fosse che una pia invenzione,
poiché la
sua "vita", il processo e la crocifissione non erano
altro che una miscuglio di versi tratti dalle scritture ebraiche.
Chi
fosse in grado di guardare oltre ad una ristretta visione
del Cristianesimo aveva capito che in gran parte del racconto
di Gesù erano contenuti elementi da miti molto
più antichi,
con un protagonista e ruoli secondari identici, con trame identiche
ed uno scopo morale identico. Era chiaro che il Cristianesimo
non era una rivelazione divina ma piuttosto una invenzione
dell’uomo.
Durante
il 20° secolo, il razionalismo, l’archeologia
e nuove tecniche di indagine scientifica portarono ad una ulteriore
ritirata dei difensori della fede, nonostante il periodico ritorno
dell’entusiasmo religioso. In modo da sostenere le ulteriori
testimonianze sull’errore biblico, le "vite" di
Gesù si proliferarono come alghe in uno stagno riscaldato
dal sole.
Gli
studiosi "accreditati" del Nuovo Testamento, di
cui molti erano cristiani impegnati, trovarono un nuovo rifugio
e, sotto gli strati delle invenzioni a scopo religioso si sosteneva
l’esistenza di un “Gesù storico”.
Non
volendo ammettere che la loro fede e le loro carriere fossero
fondate su un enorme inganno, inventarono diverse
tesi fantasiose:
Gesù come rabbino rivoluzionario, Gesù come contadino
mediterraneo, Gesù sposato con famiglia, Gesù viaggiatore
in Inghilterra, India o Giappone, Gesù come filosofo
stoico o cinicio. In altre parole, un Gesù per
tutte le stagioni e per tutti i gusti. Sono cento
e più le possibili "biografie" dell’uomo-dio,
tutti intenti ad evitare la verità evidente che non
c’è alcuna
realtà dietro la favola sacra.
La
fine dei giorni Nel
21° secolo ci troviamo davanti al paradosso
secondo cui, nonostante i progressi ulteriori
nello smascheramento della frode biblica, la
geopolitica mondiale finanzia e incoraggia una
gridata riaffermazione del fondamentalismo e
della menzogna, un fiume di disinformazione in
quantità travolgenti.
In
genere non si ha né il tempo né la
voglia di approfondire tutte le testimonianze e
tutte le posizioni. L’apologia del Cristianesimo è sempre
pronta a denunciare chi sostiene che Cristo sia
un mito come elemento isolato o persino impazzito,
non degno di alcun ascolto.
Tuttavia,
la loro aggressività nasconde
la paura che la caduta del loro supereroe sia vicina.
Non sono più in grado di negare o di nascondere
il fatto che il tentativo di dimostrare che "Gesù Cristo" è stato
inventato non è affatto un passatempo
per pochi emarginati: al contrario, viene affermato
da anni da numerosi ottimi studiosi in ogni
parte del mondo.
Demolire
il mito di Gesù – Una storia
Da
oltre 200 anni una piccola compagine di studiosi coraggiosi
hanno messo in discussione la storia
di Gesù. Pur rischiando la violenza fisica, la rovina
professionale e la disapprovazione sociale, hanno espresso
seri dubbi sulla veridicità della narrativa evangelica,
togliendo gli strati accumulati di frode e di menzogna
per poi, in seguito, esprimere dubbi sull’esistenza
stessa dell’uomo-dio.
Hermann Samuel Reimarus (1694-1768).1778, Sulla
intenzione di Gesù ed il suo insegnamento.
In numerosi scritti, di pubblicazione postuma, il pensatore
dell’epoca dei lumi e professore di lingue
orientali al Ginnasio di Amburgo, respingeva il
concetto della “religione rivelata” a
favore del deismo naturalistico. Reimarus accusava
gli autore del vangelo di frode consapevole e di
innumerevoli contraddizioni.
Francois
Marie Arouet (Voltaire)
(1694-1778). Fu il maggiore esponente dell’Epoca dei lumi: nonostante l’istruzione
presso un collegio di gesuiti, affermava che "il
cristianesimo è la religione più ridicola,
più assurda e più sanguinaria che abbia
mai afflitto il mondo ... Il vero Dio non può essere
nato da una ragazza, morto sulla croce, e nemmeno mangiato
in un pezzo di pane". Fu incarcerato ed esiliato,
mentre le sue opere furono vietate e bruciate. La grande
popolarità di Voltaire in nella Francia rivoluzionaria
lo ha assicurato un posto tra i grandi nel Pantheon di
Parigi. Alcuni estremisti religiosi trafugarono i suoi
resti per gettarli tra i rifiuti.
Charles François Dupuis, 1794, Origine
de tous les Cultes ou La Religion universelle. Nell’opera
di interpreta il Cristianesimo (e tutte le religioni) su basi
astronomiche e mitologiche. “E’ più facile
diffondere una grande menzogna che non una grande verità,
poiché è più facile credere che non
ragionare, e perché la gente preferisce alla semplicità della
storia le meraviglie dei racconti”. Dupuis volle
distruggere una parte delle sue opere a causa della violenta
reazione che avevano provocato.
Count Volney, 1787, Les
Ruines; ou, Méditation
sur les révolutions des empires. Lo studioso
francese vedeva nell’antico Egitto gli elementi precursori
del Cristianesimo.
Edward Evanson,
1792, The Dissonance of the Four Generally Received
Evangelists and the Evidence of their Respective Authenticity.
Il razionalista inglese mise in discussione il dogma
secondo cui gli apostoli fossero autori dei vangeli,
segnalando inoltre come aprocrife diverse epistole
paoline.
Thomas Paine,
1795, The Age of Reason. Il pubblicista che lanciò il
primo richiamo all’indipendenza americana (Common
Sense, 1776; Rights of Man, 1791). Paine,
come molti rivoluzionari contemporanei, si professava deista,
e denunciava con toni
accesi le atrocità e le contraddizioni della Bibbia.
"Non
credo nella fede professata dalla chiesa ebraica, dalla
chiesa romana, dalla chiesa greca, dalla chiesa turca,
dalla chiesa protestante né in quella di qualsiasi
chiesa che io conosca ... Tutte quelle chiese di danno
del miscredente tra di loro, ed io sono miscredente nei
confronti di tutte”. – The Age of Reason.
Robert Taylor, 1828, Syntagma
Of The Evidences Of The Christian Religion; 1829, Diegesis. Taylor
era stato incarcerato per le sue affermazioni sulle origini mitiche del
Cristianesimo. "Per i primi cristiani le parole non erano altro
che una personificazione del principio della ragione, della bontà,
o di quel principio, qualunque cosa fosse, più atta a condurre
l’uomo sul percorso della vita”.
Godfrey Higgins, 1836, Anacalypsis – An
Attempt to Draw Aside the Veil of the Saitic Isis; or an Inquiry into the
Origin of Languages, Nations and Religions. Scrittore inglese,
pioniere dell’archeologia e massone.
Bruno Bauer,
1841, Criticism of the Gospel History of the Synoptics.
1877, Christus und die Caesaren. Der Hervorgang des
Christentums aus dem romischen Griechentum. Iconoclasta
di primo livello, il Bauer contestava l’autenticità di
tutte le epistole paoline (nelle quali intravedeva l’influenza
dello stoicismo) e studiava il ruolo di Filone Alessandrino
nel primo Cristianesimo. Bauer respinse l’idea del
Gesù storico. "Tutto ciò che si conosce
di Gesù appartiene al mondo dell’imaginazione".
Di conseguenza, nel 1842 Bauer veniva contestato e poi
rimosso dall’incarico di professore di teologia del
Nuovo Testamento a Tübingen.
Ralph
Waldo Emerson, 1841, Essays.
Secondo il poeta, già pastore unitariano, Gesù era
un “vero profeta” mentre il Cristianesimo
organizzata sarebbe una "monarchia orientale". "Le
nostre scuole di religione, chiese e società di
beneficenza sono fardelli sulle nostre spalle”.
Mitchell Logan, 1842, Christian Mythology Unveiled. “Per
quanto infondato e assurdo, l’opinion corrente rimane
la regina delle nazioni”.
Ferdinand
Christian Baur, 1845, Paulus,
der Apostel Jesu Christi. Lo
studioso tedesco segnalava come non autentiche
non solo le epistole pastorali man anche le lettere
ancora, ritenendo genuine solo le quattro principali
epistole paoline. Era il fondatore della “Scuola
di "Tübingen”.
David Friedrich Strauss, 1860, The Life of Jesus Critically
Examined. Pastore luterano e studioso, la critica come mito dei miracoli
evangelici e la riduzione di Gesù a semplice uomo gli valsero la fine
della carriera ecclesiastica.
Charles Bradlaugh, 1860, Who Was Jesus Christ? What Did Jesus Teach? Most famous English atheist of the 19th century, founded the National Secular Society and became an MP, winning the right to affirm. Condemned the teachings of Jesus as dehumanizing passivity and disastrous as practical advice. Bradlaugh denounced the gospel Jesus as a myth.
Ernest Renan,
1863, Das Leben Jesu. . Preparato per il sacerdozio
cattolico, Renan scrisse una biografia romanzata di
Gesù in base alla critica tedesca, che gli valse
la fine della carriera ecclesiastica.
Robert
Ingersoll, 1872, The
Gods. Il noto conferenziere dell’Illinois
era un duro critico della religione cristiana. “Mi è sempre
sembrato che un essere venuto da un altro mondo con
un messaggio di importanza infinita per l’umanità avrebbe
dovuto perlomeno sottoscrivere egli stesso quel messaggio.
Non è straordinario che non esista nemmeno una
parola scirtta da Cristo?"
Kersey Graves, 1875, The World's Sixteen Crucified Saviours.
Lo scrittore, un quaccquero della Pennsylvania, svelò il
cuore pagano dei falsari cristiani, pur spesso senza citare le sue fonti.
Allard Pierson,
1879, De Bergrede en andere synoptische
Fragmenten. L’autore, teologo e
storico dell’arte e della letteratura,
identificava nel nelle “beatitudini” una
raccolta di saggezza ebraica. La pubblicazione
del Bergrede segnava l’inizio della critica
radicale olandese. Egli dubitava dell’autenticità di
tutte le epistole paoline e della stessa esistenza
storica di Gesù.
Bronson
C. Keeler, 1881, A Short
History of the Bible. Un trattato classico
sulle frodi del Cristianesimo.
Abraham Dirk Loman, 1882, "Quaestiones Paulinae," in Theologisch
Tijdschrift. Questo professore di teologia di Amsterdam affermava
che che tutte le epistole risalgono al 2° secolo,
presentando il Cristianesimo come fusione tra pensiero ebraico e quello
romano-ellenico. Quando venne
afflitto dalla cecità, Loman affermava che tale condizione lo aveva
illuminata sulla storia oscura della chiesa!
Thomas William Doane, 1882, Bible
Myths and their Parallels in Other Religions.
Altra opera sulle basi pagane dei
miti e dei miracoli della Bibbia.
Samuel
Adrianus Naber, 1886, Verisimilia.
Laceram conditionem Novi Testamenti exemplis illustrarunt
et ab origine repetierunt. Uno studioso di letteratura
classica che intravedeva nelle scritture cristiane
i miti greci.
Gerald Massey,
1886, Historical Jesus and Mythical Christ.
1907, Ancient Egypt-The Light of the World. Un
altra opera classica sul Cristianesimo.
Edwin Johnson, 1887, Antiqua mater. A Study of Christian
Origins. . Secondo il teologo radicale inglese i primi cristiani erano
crestiani, seguaci di Chrestus che si era appropriato del mito di Dionysos
Eleutherios ("Dioniso l’emancipatore"), per creare un dio-uomo
che si era autosacrificato. Affermava anche che i dodici apostoli non eran
che una invenzione.
Rudolf Steck, 1888, Der Galaterbrief nach seiner Echtheit
untersucht nebst kritischen Bemerkungen zu den Paulinischen Hauptbriefen. Secondo
lo studioso radicale svizzero tutte le epistole paoline erano contraffazioni.
Franz Hartman,
1889, The Life of Johoshua: The Prophet di Nazareth.
Willem
Christiaan van Manen, 1896, Paulus.
Professore di Leiden e il più rinomato
dei radicali olandesi, questo pastore contestava la
risurrezione fisica di Gesù Cristo. After anni
di incertezze, van Manen concludeva che nessuna
delle epistole paoline era genuina mentre gli Atti derivavano
dalle opere di Giuseppe Flavio.
Joseph McCabe, 1897, Why
I Left the Church. 1907, The Bible in Europe:
an Inquiry into the Contribution of the Christian Religion
to Civilization. 1914, The Sources of the Morality
of the Gospels. Era un ex frate francescano passato
all’atesimo militante. In numerose opere, McCabe
criticava molti aspetti della legenda di Cristo – "Non
esiste nei vangeli una "figura di Gesù".
Esistono decine di figure”. Tuttavia, ammetteva
la possibile esistenza di un fondatore storico.
Albert Schweitzer.1901, The
Mystery of the Kingdom of God. 1906, The Quest of
the Historical Jesus. Il noto teologo e missionario
tedesco (35 anni nel Camerun) respingeva
l’ideale
liberale di un Gesù umanitario, condividendo
allo stesso tempo le conclusioni dei radicali olandesi.
Egli concludeva con pessimismo che il supereroe era
stato un fanatico di tipo apocalittico, e che Gesù era
morto da uomo deluso. Si ricorda la sua
affermazione secondo cui coloro i quali sono alla
ricerca del
Gesù storico hanno trovato solo loro stessi
allo specchio.
Wilhelm Wrede, 1901, The
Messianic Secret. Wrede
demostrava come, nel vangelo di Marco, un
falso storico era stato creato dal primo Cristianesimo.
George
Robert Stowe Mead, 1903, Did Jesus
Live 100 BC? Uno studio sulle storie ebraiche
su Jescu in cui viene spostato indietro la vira di
Gesù.
Thomas Whittaker, 1904, The Origins of Christianity.
Affermava che Gesù era un mito.
Emilio Bossi/Milesbo 1904, Gesù Cristo non è mai esistito.
William Benjamin Smith, 1906, Der vorchristliche Jesus.
1911, Die urchristliche Lehre des reingöttlichen Jesus.
Individua nell’isola di Cipro le origini di un culto pre-cristiano
di Gesù.
Albert Kalthoff, 1907, The Rise of Christianity.
Un altro studioso radicale tedesco che vedeva nel Cristianesimo una
psicosi. Cristo era in fondo il principio trascendentale della comunità cristiana,
dalle tendenze apocalittiche, alla ricerca di riforme.
Gerardus Bolland, 1907, De Evangelische Jozua.
Il filosofo di Leiden individuava le origini del Cristianesimo nello
gnosticismo ebraico di epoca antecedente. Il protagonista del Nuovo
Testamento sarebbe il “figlio di Nun”, citato nel Vecchio
Testamento, poi chiamato Gesù da Mosè. La vergine non è altro
che il simbolo del popolo di Israele. I "Netzerim" portarono
poi il loro vangelo in Palestina.
Nel
1907 Pio X condannava i Modernisti che “operavano
in seno alla Chiesa", e introdusse il giuramento
antimodernista nel 1910.
Prosper Alfaric (1886-1955) Questo
docente francese di teologia, scosso dall’atteggiamento
di Pio X, rinunciò alla fede: nel 1909 lasciò la
Chiesa per dedicarsi al razionalismo.
Mangasar Magurditch Mangasarian, 1909, The Truth About
Jesus ? Is He a Myth? ? L’ex pastore presbiteriano svelo l’inganno.
Karl Kautsky,
1909, The Foundations of Christianity. Un
socialist che interpretava il Cristianesimo in termini
della lotta di classe.
Arthur Drews, 1910, Die Christusmythe (The Christ Myth).
1910, Die Petruslegende (The Legend of St Peter). 1924, Die
Entstehung des Christentums aus dem Gnostizismus (Le origini gnostiche
del Cristianesimo). Il noto filosofo fu il principale esponente tedesco
della teoria di Cristo come mito. Nei vangeli
si era storicizzato un Gesù di stampo mistico tratto dalla tradizione
profetica e dalla letteratura ebraica. La Passione si ritrovava nelle speculazioni
platoniche.
John
E. Remsburg, 1909, The Christ: A critical review
and analysis of the evidences of His existence. Analizza le contraddizioni
dei vangeli: mentre Gesù probabilmente non era esistito, era invece
diventato l’eroe sovrannaturale del dogma cristiano.
John Robertson, 1910, Christianity and Mythology.
1911, Pagan Christs. Studies in Comparative Hierology. 1917, The
Jesus Problem. Robertson fece presente la natura universale di molti
elementi della storia di Gesù in relazione ai rituali
precristiani di crocifissione nel mondo antico. Individuava in Gesù/Giosué una
antica divinità efraimite che aveva la forma di un agnello.
Alexander Hislop,
1916, The Two Babylons. Esauriente
saggio sui rituali pagani e altre usanze del Cattolicesimo.
Gustaaf Adolf van den Bergh van Eysinga, 1912, Radical
Views about the New Testament. 1918, Voorchristelijk Christendom.
De vorbereiding van het Evangelie in de Hellenistische wereld. . Il
teologo fu l’ultimo dei radicali olandesi a ricoprire una cattedra
universitaria.
Edward Carpenter,
1920, Pagan and Christian Creeds. Uno studio
sulle origini pagane del Cristianesimo.
Rudolf Bultmann, 1921, The History of the Synoptic Tradition.
1941, Neues Testament und Mythologie. Questo professore luterano
di teologia all’Università di Marburg aderiva alla 'critica
formale” contribuendo alla demitizzazione dei vangeli. Vedeva nelle
storie di Gesù una teologia presentata nel linguaggio del
mito.
Bultmann osservava come il Nuovo Testamento non fosse la storia di Gesù ma
piuttosto una testimonianza sulle credenze dei primi cristiani. Asseriva
che era inutile ricercare il Gesù storico: "Non possiamo sapere
nulla o quasi sulla vita e la personalità di Gesù".
James Frazer,
1922, The Golden Bough. Una interpretazione
antropologica del percorso dell’uomo dalla magia,
alla religione ed alla scienza; il Cristianesimo come
fenomeno culturale.
P.
L. Couchoud, 1924, Le mystère
de Jesus.1939, The Creation of Christ. Couchoud
sosteneva l’esistenza del Pietro storico e non
del Gesù storico, argomentando che la Passione
si basava sulla morte di Stefano.
Georg Brandes, 1926, Jesus – A
Myth. Individuava nella Rivelazione di S. Giovanni la
parte più antica del Nuovo Testamento.
Henri Delafosse, 1927, Les Lettres d’Ignace d’Antioche.
1928, "Les
e'crits de Saint Paul," in Christianisme. Bollava come
contraffazioni di epoca tarda le epistole di Ignazio.
Joseph Wheless, 1926, Is It God's Word? An Exposition
of the Fables and Mythology of the Bible and the Fallacies of Theology.
1930, Forgery in Christianity. Il legale americano, cresciuto nel
profondo sud, demolì le fantasticherie bibliche.
L. Gordon Rylands, 1927, The Evolution of Christianity.1935, Did
Jesus Ever Live?
Edouard Dujardin, 1938, Ancient History of the God Jesus.
John J. Jackson,
1938,
Christianity Before Christ, Osservazioni sui
precedenti egiziani della fede cristiana.
Alvin Boyd Kuhn, 1944, Who is this King of Glory? 1970, Rebirth
for Christianity. Gesù non era una persona, ma il simbolo
dell’anima
divina in ogni essere umano.
Herbert Cutner, 1950, Jesus: God, Man, or Myth? Sulla
natura mitica di Gesù con un riassunto del dibattito tra i sostenitori
dell’aspetto mitico e dell’aspetto storico. E’ da lungo
tempo che si sostiene la natura mitica. Le origini pagane di Cristo.
Georges
Las Vergnas, 1956, Pourquoi j'ai
quitté l'Eglise
romaine Besançon.
Georges Ory, 1961, An Analysis
of Christian Origins.
Guy Fau, 1967, Le Fable de Jesus Christ.
John Allegro, 1970, The
Sacred Mushroom and the Cross. 1979, The Dead Sea
Scrolls and the Christian Myth. Gesù si ricollegava
al fungo sacro mentre la sua vita era un’ interpretazione
allegorica dello stato allucinatorio provocato dal consumo
di droghe. Pur non subendo il carcere,. Allegro venne rovinato
sul piano professionale.
George Albert Wells, 1975, Did Jesus Exist? 1988, The
Historical Evidence for Jesus. 1996, The Jesus Legend. 1998, Jesus
Myth. 2004, Can We Trust the New Testament? Thoughts on the Reliability
of Early Christian Testimony. . Il Cristianesimo visto come evoluzione
della tradizione della sapienza ebraica. Nelle ultime opere l’autore è più possibilista
sul ruolo di un predicatore realmente esistito.
Max Rieser, 1979, The True Founder
of Christianity and the Hellenistic Philosophy.
Il Cristianesimo fu fondato dagli ebrei della
Diaspora per poi essere retrodatato nella Palestina
prima dell’anno
70. Il Cristianesimo arrivò per ultimo in Palestina:
ecco il motivo degli antich reperti archeologici cristiani
a Roma, che compaiono in Giudea solo nel IV secolo.
Abelard Reuchlin,
1979, The True Authorship of the New
Testament. Si racconta la storia di una “congiura” in
cui l’aristocratico romano Arius Calpurnius Piso (ossia "Giuseppe
Flavio") avrebbe cercato di impadronirsi dell’Impero romano
con la creazione di una religione nuova di zecca.
Karlheinz Deschner, 1986-2004, The Criminal History of Christianity, Volumes 1-8. A leading German critic of religion and the Church. In 1971 Deschner was called before a court in Nuremberg, charged with "insulting the Church."
Hermann Detering, 1992, Paulusbriefe
ohne Paulus?: Die Paulusbriefe in der holländischen
Radikalkritik. . Lo studio di un pastore della scuola
radicale olandese. tradizione.
Gary
Courtney, 1992, 2004 Et tu, Judas?
Then Fall Jesus! La Passione
racconta in sostanza la storia di Cesare in ambito
ebraico, fuso inoltre con il culto di Attis, il dio
morto e risorto. Gli ebrei sostenitori di Cesare avrebbero
assimilato il “salvatore dell’umanità” al “servo
sofferente” citato da Isaiah.
Michael
Kalopoulos, 1995, The Great Lie.
Lo storico greco esplora i notevoli aspetti paralleli
tra i testi biblici e la mitologia greca, sottolineando
la natura ingannevole ed autoritario della religione.
Gerd Lüdemann, 1998, The Great
Deception: And What Jesus Really Said and Did. 2002, Paul:
The Founder of Christianity. 2004, The Resurrection
Of Christ: A Historical Inquiry. Dopo
25 anni di ricerche, lo studioso tedesco concludeva che
foss Paolo e non Gesù a fondare il Cristianesimo. Lüdemann veniva espulso dalla facoltà di
teologia dell’Università di Göttingen
per aver osato affermare che la risurrezione non era
che un “pio auto-inganno” – con buona
pace della libertà accademic.
Alvar Ellegard, 1999, Jesus One Hundred Years Before
Christ. Il Cristianesimo nasce dalla setta degli Esseni, Gesù essendo
il prototipo del maestro di giustizia.
D. Murdock (aka 'Acharya S')
1999, The Christ Conspiracy: The Greatest Story Ever
Sold. 2004, Suns of God: Krishna, Buddha and Christ
Unveiled. Alla critica del mito del Cristo si aggiunge
la teologia astrale, secondo cui GC era una divinità composita
utilizzato per unificare l’Impero romano, ma si lascia
andare in affermazioni che lasciano perplessi gli studiosi
seri.
Earl Doherty,
1999, The Jesus Puzzle. Did Christianity Begin
with a Mythical Christ? Una
tesi convincente del Cristianesimo avviato
come setta ebraica di stampo mistico-profetico: Gesù non
era nemmeno necessario!
Timothy Freke, Peter Gandy,
1999, The Jesus Mysteries. 2001, Jesus
and the Lost Goddess : The Secret Teachings of
the Original Christians. Studio del rapporto
tra il racconto di Gesù e il mito di Osiride-Dioniso.
Gesù e Maria Maddalena richiamano le divinità pagane
del dio-uomo e della dea-donna.
Harold Liedner,
2000, The Fabrication of the Christ
Myth. Rassegna degli anacronismi e degli errori geografici dei vangeli;
si denuncia il Cristianesimo come una tra le frodi più efficaci
della storia.
Robert Price, 2000, Deconstructing Jesus.
2003 Incredible
Shrinking Son of Man: How Reliable Is the Gospel Tradition? Questo
ex pastore e noto studioso dimostra che Gesù non è altro
che una sintesi inventata basata su alcuni profeti del
1° secolo, i
salvatori dei culti misterici e gli eoni dello gnosticismo.
Hal Childs, 2000, The Myth of the Historical Jesus and
the Evolution of Consciousness. Uno psicoterapista esamina la figura
dell’uomo-dio.
Michael Hoffman,
2000,Judaism's Strange
Gods. Lo storico, che ha elaborato la teoria della “morte
dell’io”, nega l’esistenza del Gesù storico.
Burton Mack, 2001,The
Christian Myth: Origins, Logic, and Legacy. Il contesto
sociale della creazione di miti.
Luigi Cascioli, 2001, The Fable of Christ. Atto
di accusa contro il papato per aver tratto profitto dall frode!
Frank R. Zindler, 2003, The Jesus
the Jews Never Knew: Sepher Toldoth Yeshu and the Quest
of the Historical Jesus in Jewish Sources. . Nelle
fonti ebraiche non si trovano tracce del messia fantasma.
Tom
Harpur, 2005, The Pagan Christ:
Recovering the Lost Light. Lo studioso canadese
del Nuovo Testamento, già sacerdote anglicano,
ripresenta le tesi di Kuhn, Higgins e Massey. Gesù è una
figura mitica, e tutte le idee essenziali del Cristianesimo
derivano dall’Egitto.
Francesco
Carotta, 2005, Jesus Was Caesar:
On the Julian Origin of Christianity. Un elenco
esauriente di aspetti paralleli; stranamente, secondo
l’autore, Cesare era proprio Gesù!
Joseph Atwill, 2005, Caesar's Messiah:
The Roman Conspiracy to Invent Jesus. Un altro studio
sulle somiglianze tra Giuseppe Flavio ed I vangeli. Secondo
Atwill, i conquistatori della Giudea - Vespasiano, Tito
e Domiziano, si servivano di ebrei elenizzati per la compilazione
dei testi “cristiani”, in modo da fornire una
alternativa pacifica all’Ebraismo bellicoso. Gesù era
davvero Giuseppe Flavio? Non ci credo.
Michel Onfray, 2005, Traité d'athéologie (2007 In
Defence of Atheism) French philosopher argues for a
positive atheism, debunking an historical Jesus along the
way.
Kenneth Humphreys, 2005, Jesus
Never Existed. Book of this website. Draws together
the most convincing expositions for the supposed
messianic superhero. The author sets this exegesis within
the socio-historical context of an evolving, malevolent
religion.
Jay Raskin, 2006, The
Evolution of Christs and Christianities. Academic
and erstwhile filmaker Raskin looks beyond the official
smokescreen of Eusebius and finds a fragmented Christ movement
and a composite Christ figure, crafted from several literary
and historical characters. Speculates that the earliest
layer of myth-making was a play written by a woman called
Mary. Maybe.
Thomas L. Thompson,
2006, The Messiah
Myth. Theologian, university don and historian of
the Copenhagen school who concludes Jesus and David are
both amalgams of Near Eastern mythological themes originating
in the Bronze Age.
Jan Irvin, Andrew Rutajit, 2006, Astrotheology and Shamanism: Unveiling the Law of Duality in Christianity and other Religions. Explores astrotheology and shamanism and vindicates John Allegro's work with psychoactive substances.
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VISIONE APOCALITTICA O COSTRUZIONE DI UN MITO?
Gli apocalittici sono vissuti in ogni
epoca storica, ma il Medio Oriente - misero, rassegnato
e soggiogato dai romani - costituì il terreno di coltura per numerosi profeti
di sventura, che, sostenuti per qualche tempo dal favore
popolare, finirono per convincersi di essere dotati di una
natura divina, di poter compiere ogni sorta di miracoli e
di essere predestinati a salvare l'umanità.
Venti secoli fa si aggiravano infatti per la Palestina
centinaia di curiosi personaggi, una sorta di stregoni che,
con gli occhi spiritati, la voce ispirata e un atteggiamento
ieratico, promettevano ai loro seguaci il riscatto dai loro
peccati e il dono della vita eterna, alla sola condizione
che avessero abbandonato le loro famiglie e abbracciato le
loro idee.
Il personaggio che nei vangeli viene
denominato Gesù era
uno di questi o, più probabilmente, questo nome è una
metafora, utilizzata per sintetizzare il loro pensiero. In
ogni caso non è questo il punto in discussione.
Per provare la validità di questo assunto,
basta riflettere sulla ambiguità delle sue risposte,
sui
giochi di parole dietro cui si nasconde, quando si trova in una situazione
imbarazzante, e sul delirio da cui viene colto, quando scaccia i diavoli dal
corpo dei posseduti, quando vede Satana che gli piomba addosso dal cielo, quando
si sente spiato da bestie selvagge, quando maledice un albero senza frutti,
quando prende a nerbate i mercanti nel Tempio e poi minaccia di distruggerlo,
vantandosi di essere in grado di ricostruirlo in tre giorni, o quando accusa
gli abitanti di Gerusalemme di tramare contro di lui.
Questo personaggio non ha nulla a che
vedere con il figlio di dio nato da una vergine e asceso
in cielo di cui parlano i credenti. Questo infatti è solo
un mito scaturito dall'esigenza di credere in un semidio
capace di risolvere i problemi di un popolo che cominciava
a prendere coscienza dei suoi limiti e costruito nel corso
dei secoli attraverso la sovrapposizione di antiche credenze,
interpolazioni dottrrinarie e leggende tramandate da una
generazione all'altra.
La favola di Gesù che riscatta i nostri peccati è la
più grande allucinazione collettiva di tutti i tempi,
una tragedia immane che ha distrutto il mondo classico proprio
quando aveva raggiunto il suo acme nel campo della letteratura,
dell'arte, della filosofia o della libertà di pensiero
e ha portato nella nostra vita l'oppressione, il dispotismo
e la sofferenza.
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